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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Si uccide annunciandolo su Facebook Torre del Greco piange Carlo

Si chiamava Carlo D'Urzo e aveva 15 anni. E' il ragazzo di Torre del Greco che si è tolto la vita giovedì dopo averlo annunciato per tre giorni di fila sul popolare social network. Il motivo del gesto resta per tutti un mistero

"Molti diranno che sei un debole, un perdente, fatto sta che la tua vita la conoscevi solo tu… solo tu conoscevi i tuoi problemi ed i tuoi traumi... spero che quello che hai trovato sia meglio del mondo che definivi crudele” oppure  “Anche se non ci conoscevamo non avrei mai voluto che arrivassi a questo... qualsiasi problema, qualsiasi tuo disagio l’avresti potuto risolvere. Posso solo augurarmi che ora lì sei felice e spero tu abbia trovato ciò che forse cercavi da tempo ma che nessuno è stato capace di darti e capire: la serenità! Addio Carlo”.

Questi sono solo due delle centinaia di messaggi lasciati sulla pagina di Facebook dedicata a Carlo D’Urzo, 15enne di Torre del Greco che giovedì si è tolto la vita.

L’aveva preannunciato, con un conto alla rovescia andato avanti tre giorni sul social network più famoso del mondo, scrivendo messaggi del tipo “Sto arrivando all'aldilà”, ma nessuno aveva capito il vero significato di quelle parole. Il corpo senza vita del giovane, che si è impiccato nella sua stanza, è stato trovato dal padre. Sul letto un biglietto: «Mamma, papà, amici: non è stata colpa vostra».

Cosa lo abbia spinto a questo gesto estremo, resta ancora un mistero. Una vita apparentemente normale, uguale a quella di tutti i suoi coetanei: la passione per la squadra di calcio della Turris, l’appartenenza ai boy scout, l’amore per il mare, sognava di diventare marinaio.  «Era schivo, timido - raccontano i compagni di classe dell’Istituto Nautico Colombo - non parlava molto».

Su Facebook si è formato in poche ore un gruppo di oltre 1400 persone. Amici di scuola e non solo, anche gente che non lo conosceva e che è rimasta colpita dalla storia del giovane. «Non abbiamo capito il tuo disagio – scrivono - potevamo salvarti, starti vicino, farti capire che la vita è una e che vale la pena viverla, ma non abbiamo compreso nulla".

Sabato gli amici di scuola hanno partecipato ai funerali che si sono svolti nella chiesa di Sant'Antonio di Padova. Dall'altare uno di loro ha letto un messaggio per ricordare il compagno scomparso. "Caro Carlo – c’era scritto - questa mattina a scuola c'era un'aria immobile, con sguardi persi nel vuoto e aule vuote. Eri un bravo ragazzo, è difficile pensare che quell'angelo biondo non c'è più".

A parlare è anche Lucia Cimmino, dirigente del “Colombo”:  "E' giusto che questi siano momenti di silenzio e riflessione nei quali proviamo a darci una risposta su cosa abbiamo sbagliato per evitare che un ragazzo tanto educato potesse arrivare ad un gesto simile. Nel rispetto del dolore che sta straziando la famiglia, altre parole sono al momento superflue".
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