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«Il boss Gallo non è pazzo». Per la Dda deve essere processato

Ascoltato in aula il consulente dell'Antimafia, Vincenzo Rio. Secondo lo specialista, Gallo non è schizofrenico ma ha disturbi della personalità

Ennesimo atto in aula della querelle che vede protagonista il boss del clan Gallo-Limelli-Vangone, Giuseppe Gallo, da anni al centro di una diatriba processuale per decidere sulla sua capacità a stare in giudizio. Nel processo che lo vede coinvolto è stato chiamato a testimoniare il consulente della Dda con il compito di dimostrare che negli anni ha simulato una patologia psichiatrica. Secondo lo specialista, Vincenzo Rio, Gallo non è schizofrenico ma soffre solo di disturbi della personalità che si sono accentuati nel corso della prolungata detenzione. Per questo motivo può sostenere il processo, avvalorando quella che è la tesi che l'Antimafia sostiene da anni.

E che smentisce, invece, le perizie che addirittura hanno permesso al boss della cosca che opera all'ombra del Vesuvio, di ottenere una pensione di invalidità a partire dal 2004. Secondo lo specialista, i disturbi della personalità di Gallo sono chiari ma la sua invalidità non supererebbe il 35% a fronte del 100% che gli venne riconosciuto e che gli diede diritto all'accompagnamento. Sono, infatti, diverse le perizie anche a “favore” dell'imputato che negli anni ha ricevuto la visita di decine di specialisti nominati dai vari tribunali da cui è stato processato. Senza dubbio, anche in questo procedimento, la difesa proverà a far valere le sue ragione ed a bloccare il processo.

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